Rocks are our playground!

Il solleone ruggisce sui volti sorridenti e sulle granitiche pareti della Val di Mello. Scotta d’agosto la domenica di metà aprile che accoglie “Rocks are our playground!”, il primo evento outdoor firmato Patagonia Milano in collaborazione con direzionelibera. Da San Martino al settore prescelto per la giornata di bouldering il gruppo scalda le gambe e rompe il ghiaccio, se ancora non si fosse sciolto al sole. Mani sulla roccia dunque: si parte dall’esperienza come piace fare a noi. Relazioni, valori, regole. Sono i presupposti su cui una comunità di persone si fonda e che i dieci selezionati clienti Patagonia hanno l’opportunità di riflettere in un percorso da scoprire, tra arrampicata su massi e facilitazione rogersiana, intorno al tema della non-performance.

Abbiamo una cartina speciale da seguire, composta da Querce Fiduciose e Prati Giudicanti, di Torrenti Narrativi e Massicci dei Comportamenti. Arrampichiamo sui Massi delle Aspettative, luogo da cui la performance trae nutrimento, distorcendo il mondo reale da quello immaginario, come scritto da G. Debord in La società dello spettacolo. Il Sé reale, fallibile e senza pubblico valutante si aliena dal Sé performativo basato su reputazione, visibilità e programmazione; aspetti che non lasciano spazio alla meraviglia. Le mani sfregano sulla roccia, molte per la prima volta. Il sole scalda la valle e il Mello scorre veloce per non farsi trafiggere dai raggi incandescenti.

Comunità come insieme di individui in relazione. La cartina ci porta ai Massi Emotivi – raccontami dell’esperienza appena vissuta e ti dirò che emozione hai provato. “Empatia” scriviamo sulla cartina, appena sotto il Prato della Condivisione. Arrampichiamo sorridendo, vivendo l’essenza dell’esperienza senza giudicarne il risultato atteso. Cosa hai sentito? – è ciò che ci chiediamo nel qui ed ora. Cosa hai ottenuto? – è la domanda-prodotto alla quale la performance ci obbliga a rispondere. Non oggi, non tra queste montagne. Andiamo avanti, arrampicando come le nostre capacità ci permettono di fare, continuando la facilitazione di gruppo e confrontandoci sul tema dei valori, guida e motore di ogni comunità. Non-performance come virtù e approccio alla montagna, allo sport e alla vita. Dal gruppo emergono elementi come pazienza, rispetto e condivisione. Siamo tra i Sassi Valoriali ed è facile perdere la presa cadendo, fallendo, ricominciando, mettendosi in discussione ad ogni presa persa.

Nella piccola Yosemite italiana si respirano sorrisi aperti ed il gruppo siede ad ogni condivisione sempre più vicino. Siamo aggrappati con le ultime forze ai Massi delle Regole Condivise, nate dai bisogni dei singoli e del gruppo. Le braccia doloranti sono la soddisfazione naturale di una giornata faticosa che in qualche modo ha modificato la forma di noi stessi. Per-formare come dare forma, conferendo fisionomia e corporatura alla nostra identità fisica e di individui facenti parte di una società, alla nostra visione della montagna, dello sport e delle relazioni. Chiudiamo gli occhi immergendoci nel qui ed ora con la guida yoga di Alberto Milani, attraverso il respiro ed il rumore del torrente che continua il suo percorso e modella piano la valle.

“Lasciati guidare dai segni con cui ti parla l’anima mundi: gira a destra se un gatto particolarmente interessante volta a destra, e cammina sul filo della follia seguendo un ciclista “a caso”. Pratica la bellezza e immergiti in ogni forma di Insurrezione al brutto. Vaga a fondo e senza meta anche nella cultura, nella letteratura, nelle relazioni umane, lasciandoti ispirare dalla meraviglia.” (La società della performance, Colamedici e Gancitano, 2018)

Il solleone chiude le fauci dietro il sipario delle montagne mentre il gruppo scende verso il paese carico e lento come chiocciole stanche. Una giornata rara chiude le palpebre, una comunità consapevole le ha appena aperte. Grazie a Patagonia Milano per averci dato l’opportunità di guardarci attraverso.

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