Il modello rogersiano
centrato sulla persona

L’ Approccio Centrato sulla Persona di Carl Rogers: il nostro rivoluzionaro modello di riferimento.

Le radici di Direzione Libera affondano nel terreno fertile dell’approccio scientifico Centrato sulla Persona di Carl Rogers e da esso traggono linfa vitale per ogni sua attività. Secondo questo modello di riferimento ogni individuo possiede fin dalla nascita ampie e sufficienti risorse per auto-comprendersi e modificare il concetto di sé, e di conseguenza modificare i propri atteggiamenti di base e gli orientamenti comportamentali. Queste risorse possono emergere attraverso la formazione di un clima definito da atteggiamenti relazionali facilitanti.

Secondo l’approccio “Rogersiano”, quando viene data alla forza costruttiva insita nell’organismo la possibilità di emergere, attraverso la formazione di un clima facilitante, la persona viene in contatto con essa, la possiede e la accetta, facendo emergere nuovi modi di essere e nuove direzioni da perseguire attraverso un maggior contatto con la propria esperienza profonda che consente un’autentica consapevolezza di sè.

Quando la persona si trova nelle condizioni di dover fare delle scelte, trova il coraggio di prendere decisioni responsabili, cominciando a cambiare il proprio mondo. Quando i gruppi scoprono la loro forza interiore attraverso la formazione di relazioni “sane” ne segue un’evoluzione costruttiva, pacifica e produttiva.

Che si tratti dunque di un rapporto tra amanti, genitori e figli, datore di lavoro e impiegati, insegnante e studente o guida e gruppo, l’elemento fondamentale è la capacità di entrare nella realtà dell’altro, la volontà di accedere al suo mondo privato e di vederlo come proprio. E libero.

«In ogni organismo, Uomo compreso, c’è un flusso costante teso alla realizzazione costruttiva delle sue possibilità intrinseche, una tendenza naturale alla crescita»

Carl Rogers

Carl Rogers, un rivoluzionario silenzioso

Carl Rogers nasce l’8 gennaio 1902 a Oak Park, nei dintorni di Chicago, da genitori di buona estrazione sociale in una famiglia protestante di rigida osservanza religiosa. Nella sua infanzia trovò rifugio allo stato di solitudine ed introversione in cui spesso si trovava, grazie alla lettura e allo studio. All’età di 12 anni Carl si trasferì con tutta la famiglia in campagna per dedicarsi all’agricoltura e all’allevamento degli animali; è proprio questo stretto contatto con la dimensione rurale che lo renderà un attendo osservatore della natura che lo circonda, gettando così le basi di ciò che sarebbe poi diventata la sua filosofia di vita.

Nel 1919 si iscrive alla facoltà di agraria, che presto abbandona per intraprendere gli studi di Teologia. Tre anni dopo, con un gruppo di studenti americani, partecipò in Cina ad una conferenza internazionale e lì rimase per circa sei mesi. Questa esperienza permise a Rogers di conoscere, ed in parte fare sua, la filosofia orientale oltre che di chiarire a se stesso l’interesse per la religione, rendendosi conto che il significato della vita per gli uomini lo avrebbe sempre interessato, ma non legato in modo “rigido” ai dettami di un credo religioso, bensì attraverso studi e ricerche scientifiche.

Al ritorno si sposa e si trasferisce a New York dove si dedica ad un servizio psicologico pratico facendo diagnosi e indicando i metodi rieducativi per ragazzi delinquenti e ritardati che venivano inviati dai tribunali e dai centri sociali. Nel 1944 comincia una collaborazione con l’Università di Chicago, dove si ferma 12 anni e, dopo diverse pubblicazioni, ricerche e riconoscimenti, viene nominato presidente dell’Amenican Academy of Psychoterapy e nel 1957, ottiene la cattedra all’Università del Wisconsin come professore di psicologia e psichiatria.

Con il suo quinto libro, On Becoming a Person, raggiunge una tale fama che si sentì pronto a lasciare gli incarichi accademici per trasferirsi a La Jolla al Western Behavioural Sciences Institute, un’organizzazione non-profit, dove porta avanti le sue ricerche sulle relazioni interpersonali. Dagli anni ’70 cerca d’espandere le proprie idee sul modo di affrontare le problematiche interpersonali in Paesi dove vi erano i conflitti più gravi come l’Irlanda del Nord, il Sud Africa, la Polonia e la Russia, ottenendo risultati che gli valsero la nomination al premio Nobel per la Pace. Rogers morì a La Jolla il 4 Febbraio 1987 all’età di 85 anni.

La psicologia umanistica

La psicologia umanistica, corrente entro la quale l’approccio rogersiano pone le proprie radici, si basa sul concetto base secondo il quale ogni essere vivente possiede un proprio valore e una determinata capacità di autodeterminazione, che gli consente di perseguire specifici scopi o risultati.

Carl Rogers sosteneva infatti che tutti gli individui hanno le capacità di autodeterminazione, utile a determinare il proprio comportamento per migliorarlo. Tale processo è stato definito da Rogers stesso come tendenza attualizzante e consiste nella volontà naturale di vivere, perfezionarsi, preservarsi e modificarsi. Secondo la sua teoria infatti, le persone sane sono aperte mentalmente verso nuove esperienze, vivono liberamente ogni momento e sono in grado di ascoltare sia se stessi che gli altri perseguendo i propri bisogni o obiettivi.

L’Approccio Centrato sulla Persona è determinato dunque da una relazione autentica, paritetica e bidirezionale che si instaura tra professionista e cliente, consolidata, come detto, dalla creazione di un clima facilitante e non da tecniche di intervento protocollari. Vi sono tre condizioni fondamentali che determinano la creazione di tale clima relazionale, che lo stesso Carl Rogers definisce come segue:

“Il primo elemento potrebbe essere definito genuinità, autenticità, o congruenza. Quanto più il terapeuta è se stessa o se stesso nella relazione, non erigendo alcuna barriera professionale o facciata personale, tanto più grande è la probabilità che il cliente si trasformerà e si svilupperà in maniera costruttiva. (Rogers, Un Modo di Essere, p.125). La congruenza del professionista, il suo contatto con il proprio vero sentire e la sua trasparenza nei confronti del cliente, rende la relazione autentica e permette al cliente di “vedere” ciò che il lui stesso è davvero nella relazione, sviluppando fiducia senza provare alcuna reticenza o vergogna nell’esprimere il proprio sentire.

«Quando le persone sono ascoltate empaticamente, diventa loro possibile prestare un ascolto più accurato al flusso delle esperienze interiori»

Carl Rogers

“Il secondo fattore di rilievo nel creare un clima adatto al cambiamento è l’accettazione, o il preoccuparsi, il valorizzare – tutto ciò che ho definito come “incondizionata considerazione positiva”. (Rogers, Un Modo di Essere, p.126). Rabbia, vergogna, paura, confusione, amore, orgoglio, rancore. L’accoglienza e l’apertura a qualunque emozione il cliente porti alla luce è totale e non condizionale, è accogliente e non giudicante metterei giudicante anzichè valutante. La persona è valorizzata per ciò che è nell’esatto istante in cui il rapporto di aiuto si concretizza.

Il terzo elemento facilitante di una relazione è la comprensione empatica. Questo significa che il terapeuta percepisce accuratamente i sentimenti e i significati personali che il cliente sta esprimendo, e comunica questa comprensione al cliente. quando opera al meglio, il terapeuta è così calato all’interno del mondo privato dell’altro, che può mettere in luce non solo i significati di ciò di cui il cliente è consapevole, ma anche quelli che si trovano al di sotto della superficie cosciente. (Rogers, Un Modo di Essere, p.126) E’ un ascolto attivo, sensibile e comprensivo, che permette al professionista di mettersi nei panni del proprio cliente e di percepire ciò che questi sente senza però entrare in completa fusione con lui. E’ un ascolto intrinseco di vera empatia, capace di percepire bisogni ed emozioni sottesi a ciò che il cliente riporta verbalmente. E’ il vero ascolto empatico ad essere la vera forza vitale che spinge al cambiamento e allo sviluppo del proprio potere personale.

La patata rogersiana

Come dunque l’Approccio Centrato sulla Persona può apportare cambiamenti concreti nella persona? “In breve – Secondo Rogers – quando le persone sono accettate e valorizzate, tendono a sviluppare un atteggiamento di maggior cura verso se stesse. Quando le persone sono ascoltate empaticamente, diventa loro possibile prestare un ascolto più accurato al flusso delle esperienze interiori. Ma via via che una persona comprende se stessa, il Sé diventa più congruente con l’esperire. La persona diventa in tal modo più autentica, più genuina. Queste tendenze […] consentono all’individuo di essere un promotore più efficace della propria crescita.” (Rogers, Un Modo di Essere)

Questa sua convinzione naque, prima di ogni sperimentazione scientifica, grazie allo stretto contatto che fin da piccolo ebbe con la natura e grazie al suo acuto spirito d’osservazione. Famoso è il racconto della “Patata Rogersiana”, secondo cui lo stesso Rogers, osservando alcune patate nella credenza buia di casa sua, notò che nonostante mancassero loro terra, luce ed acqua per poter crescere come piante, i tuberi avevano ugualmente dei germogli e, nonostante le condizioni fossero totalmente sfavorevoli, cercavano di portare a compimento e realizzare la loro natura. “Non sarebbero mai diventati piante, non sarebbero mai maturati, mai avrebbero realizzato il loro potenziale reale. Tentavano di realizzarlo però anche nelle circostanze peggiori. La vita, anche se non le era possibile fiorire, non rinunciava a sé stessa.” (C. Rogers, Un modo di essere)

Attraverso i professionisti che lo alimentano e le persone che lo sostengono, il progetto Direzione Libera intende diffondere una visione positiva, fiduciosa e non giudicante dell’Uomo, fornendo servizi di psicoterapia e counseling per singoli, coppie, gruppi e team di lavoro. Anche le esperienze dirette in outdoor e di team building assicurano al cliente una base relazionale, oltre che professionale, solida e basata su un approccio scientifico e centrato sulla persona.

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