Le sedie strisciano sul pavimento ruggendo sottovoce, dando forma ad un intreccio di sguardi che cuce a maglia il Gruppo d’Incontro. Gli ultimi bisbigli lasciano spazio ad un silenzio pieno, che riempie l’aria e passa la parola a ciò che dentro ci sussurra. É una calda coperta quella cucita dal gruppo e posata con cura sulle spalle di chi, scoprendosi, ha descritto poco prima la bellezza incontrollabile di un tramonto che si spegne tra le onde. Un tramonto raccontato dalla riva con i piedi tra la sabbia e il vento che soffia senza cancellare le orme lasciate, ma spargendole tutt’intorno sotto altra forma. Oltre la riva e oltre le onde, sopra la pelle e dentro chi resta. Se non siamo responsabili delle nostre emozioni così come del vento che si alza, lo siamo invece delle nostre azioni, così come poggiare una coperta sulle spalle di chi trema.
Milano è fiera e va di fretta, si sa. Trova però il tempo di fermarsi e stendere un tappeto colorato di foglie d’autunno lungo le strade, di spolverare il cielo dopo tanta pioggia e allungare i sorrisi accoglienti di chi coordina i due giorni al centro PIME, formicaio di aule e corridoi per le oltre trecento persone presenti al XIV Convegno Nazionale dell’Approccio Centrato sulla Persona.
“La Responsabilità come valore esistenziale” è l’azimut che delinea la rotta degli interventi, valore che riflette il modo in cui ci relazioniamo con noi stessi e gli altri. Rotta che ci porta a sbarcare su diversi temi in aree differenti, tutte accomunate dai fondamenti dell’Approccio rogersiano e dalla sua visione della natura umana: positiva, fiduciosa e incondizionatamente non giudicante. Dunque scendiamo ad esplorare l’isola clinica, tra contributi scientifici che fanno dell’Approccio Centrato sulla Persona un punto di riferimento mondiale in termini di cura e promozione del benessere. Territorio appassionante ma impervio e spesso oscuro, illuminato da relatori dalla competenza disarmante.
Tra un caffè ed una nuova conoscenza, sbarchiamo sull’isola della relazione d’aiuto e poi su quella della promozione del benessere. Anche qui workshop, formazioni, esposizioni di professionisti e studiosi delle relazioni animano il Convegno, mantenendo la bussola dritta verso il suo tema, mentre sulle spalle di chi corre da un’aula all’altra ciondola la frase “La libertà di essere se stessi è una libertà spaventosamente responsabile”.
Se la libertà si nutre della possibilità di esprimere il proprio pieno potenziale accettando ciò che umanamente siamo, è la responsabilità a delineare la propria via al completamento verso ciò che Rogers definisce “attualizzazione”. La libertà dunque non è intesa come un territorio svincolato da limiti e punti di riferimento, bensì è tale quando si direziona responsabilmente nella definizione del proprio percorso. La responsabilità come abilità nel perseguirlo. La responsabilità come azione attiva nella ricerca del proprio tragitto di vita.
La libertà non è star sopra un albero Non è neanche il volo di un moscone La libertà non è uno spazio libero Libertà è partecipazione (G. Gaber)
Dalla chioma dell’abete scendono due scoiattoli grigi e penzola una lanterna arancione da orienteering. Siamo sempre a Milano ma per poco meno di due ore non ci sembrerà di esserlo. Quattro squadre camminano spaesate per il giardino del PIME, cartina e bussola in mano. Se dunque sul terreno della responsabilità il sentiero tracciato segna la nostra direzione, cosa significa per noi e per il gruppo passare per la cima di una montagna impervia? E per un bosco fitto? Cosa simboleggia per la nostra esperienza il torrente da guadare? E il paese da attraversare? La direzione che segna il nostro cammino passa anche attraverso il territorio della responsabilità, che è stato un piacere esplorare e condividere con i partecipanti del nostro workshop “Mappe responsabili”.
Il sipario della sera scende sul Convegno ed ogni abbraccio rinnova il caldo sentimento di comunità che per due giorni ha trovato il suo terreno fertile. Terreno da dissodare e innaffiare, in parte rizollare ed in parte conservare con cura.
Con anima, gambe, cuore e responsabilità, Direzione Libera appartiene a questa comunità e si muove su questo territorio, alla ricerca del sé più profondo e del tramonto più incontrollabile.