«Affondano le ruote stanche sul terreno bagnato, lasciando la loro impronta testimone del nostro passaggio. Siedono stremati gli zaini sull’erba, appiattendo il prato pettinato a spazzola. Ogni passo ruba terreno e segna il tracciato, modificando il quadro in cui era dipinto. Spostiamo il sasso che interrompe il sentiero, spezziamo il ramo che spegne il paesaggio. Ogni viaggio trasforma il percorso, ogni intenzione chi lo percorre.
Intenzione libera è il percorso di presentazione del progetto Direzione libera, concepito in viaggio lungo i chilometri della Via Francigena, nato tra le mura dello IACP di Milano, pronto ora a lasciare la terraferma – dopo tre anni di formazione e progettazione – per il suo viaggio di nascita e fondazione, da Lecco all’Etna passando per le cime più alte di Corsica e Sardegna.
Sarà un viaggio di intenzioni e non di destinazioni, non di obiettivi ma di direzioni, da gestire e scartare poco alla volta, pedalata dopo pedalata, passo dopo passo assaporando la trasformazione che il viaggio ci concederà. La bici é carica dell’essenziale e non c’è spazio per gli obiettivi: hanno spigolature che potrebbero bucare camere d’aria e materassini vari. Danno poco gioco all’imprevedibile e il loro interruttore sa di sentenza: raggiunto o non raggiunto. Lasciamoli dunque chiusi nel garage di casa, utili quando saremo certi del tragitto e poco propensi al cambiamento.
Dunque sacco a pelo e gambe pesanti, tenda e testa leggeri, scatole di antinfiammatori e borsoni di intenzioni, fatti di poche spigolature e costrizioni: sono il contenitore che dà senso al contenuto e per questo non c’è spazio per il giudizio. Certo non sono sacchi stagni e si imbevono di ogni cosa che li attraversa, dalla polvere dei sentieri agli incontri giornalieri. Le intenzioni poco parlano di prestazioni e dati, c’è un viaggio da intraprendere fatto sì di chilometri e dislivelli ma non saranno loro a dettarne la buona riuscita o meno. Non é il senso ultimo della ricerca quello di lasciarsi trasportare mantenendo occhi e cuore pronti alla improvvisa meraviglia? Di un incontro o di un tramonto, di una ruota che gira, di un’isola e la sua cima».