Natura, maestra dei misteri

Estratto del libro “Esperienze delle vette” di Piero Ferrucci

Nella natura intatta e innocente noi ritroviamo noi stessi, perché anche in noi vive qualcosa di innocente e puro. Nel parlare comune, “naturale” opposto ad “artificiale” significa ciò che è genuino, che ha il suo giusto ritmo, che è in armonia con sé stesso e col tutto. Nella parola c’è un appello la fiducia: è naturale, ti puoi fidare, la natura non sbaglia mai.

È un fatto che, in maniera più o meno intensa, tutti sentiamo. C’è chi poi, a questa realtà si è dedicato per tutta la vita, e ha studiato natura con spirito costante, l’ha amata. Così ha trovato una giustezza suprema, una bellezza al di là delle mode, forse, ha provato l’estasi adamica della natura come un paradiso terrestre ricco di mille visioni e mille prodigi. Vi ha trovato la sua realizzazione spirituale: la via della bellezza passa sempre per la natura.

Moltissimi artistici insegnano: bisogna lasciarsi condurre per mano dalla natura, e allora ci si spoglia di ogni artificio. Nella natura vergine, Infatti, essere falsi è molto più difficile. Lì gli artifici umani non trovano scampo. Di fronte a vette e strapiombi montani, in un campo fiorito, di fronte al mare o sotto il cielo stellato, è molto più difficile continuare a fingere di essere ciò che non si è: con gli altri e con se stessi. Nel tornare alla natura cadono le nostre difese e noi ritroviamo quella purezza che le battaglie e i tradimenti di ogni giorno ci avevano fatto dimenticare. I meccanismi consueti dell’abilità e della paura si dissolvono. Come per una misteriosa risonanza la spontaneità della natura che abbiamo di fronte risveglia la spontaneità del nostro essere più vero.

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